sabato 16 febbraio 2013

Gidon Kremer e la Kremerata Baltica

Fantastico concerto ieri sera di Gidon Kremer con la Kremerata baltica al Conservatorio per le Serate Musicali.
I concerti di Kremer sono sempre piuttosto originali nella scelta dei pezzi e questo non ha certo deluso le attese con una serie di pezzi in prima esecuzione a Milano.
Avevo già sentito l'anno scorso Kremer e la Kremerata e mi aveva fatto un'ottima impressione ma questa volta sono andati oltre con un concerto straordinario.
Il filo conduttore era quello delle stagioni.
Quindi abbiamo avuto l'esecuzione del secondo concerto per violino, archi e sintetizzatore di Philip Glass "The american four Seasons" costruito in otto parti che si susseguono senza soluzione di continuità: un Prologo e quattro movimenti, che rappresentano le stagioni, intervallati da tre songs per violino solo. I quattro movimenti non sono intitolati con i nomi delle stagioni, per cui possono essere associati liberamente ad esse. Del resto Glass ha dato come indicazione del luogo di composizione San Diego, un posto dove le stagioni non sono molto differenziate tra loro. Si tratta di un brano piuttosto lungo, di grande atmosfera, senza un attimo di cedimento, che personalmente mi ha prodotto uno stato d'animo di grande beatitudine diviso tra l'estasi della prima parte e l'eccitatazione del finale passando attraverso fantastiche atmosfere create con mezzi minimi. Assolutamente fantastica l'esecuzione salutata da un'autentica ovazione.
La seconda parte del concerto si è aperta con l'Estate di Vivaldi in una rivisitazione del percussionista del gruppo, Andrei Pushkarev, per vibrafono e archi. Interessante in alcune parti, soprattutto alcune dei primi due movimenti. Ad esempio sul finire del primo tempo quello che in Vivaldi è un assolo del violino è diventato una variazione per vibrafono accompagnato dal pizzicato di un contrabbasso, come in un brano jazz. Di grande atmosfera.
Sono seguiti poi un gruppo di pezzi, suonati uno di seguito all'altro, scritti per Kremer e la Kremerata da vari autori: Leonid Desyatnikov con due pezzi da Russian Seasons, Dobrinka Tabakova con Dawn da Sun Tryptich, Ciaikovskij/Raskatov con tre pezzi da The Season Digest, Georges Pelecis e il suo Flowering Jasmin, per violino, vibrafono e archi, un brano di grandissima atmosfera e suggestione che unisce un certo gusto minimalista con la propensione nordica alla melodia, che adoro, che possedeva ad esempio Sibelius, come nella Canzonetta op. 62a, e che tanto era apprezzato anche da Stravinskij, e per finire Piazzolla con Verano Porteno dalle Quattro stagioni a Buenos Aires.
Il tutto è stato salutato da un grandissimo successo dal pubblico del conservatorio che riempiva quasi tutta la grande sala.
Personalmente questo concerto mi ha lasciato del tutto soddisfatto perché, a parte il livello delle esecuzioni, vi ho trovato una quasi totale corrispondenza con certi miei gusti musicali attuali.
 a differenza del concerto di lunedì fatto da Giovanni Sollima dove si alternavano cose interessanti ad cose piuttosto risibili.
Per finire vorrei ricordare che Kremer suona un violino Nicola Amati del 1641. Quando quel violino fu costruito era ancora vivo Monteverdi che sarebbe scomparso due anni dopo.

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